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Corridonia: quei dipinti nascosti da un velo di imbiancatura...

2' di lettura 07/04/2009 - Quei dipinti alle pareti della sala consigliare di Corridonia, celati per anni da un velo di imbiancatura rullata a mo’ di finti conci di travertino, hanno un valore documentale enorme e l’intero ciclo pittorico va letto come l’ultima bibbia dei poveri.

Non a caso la narrazione inizia sulla parete a sinistra dell’ingresso dove si trovano le due colonne, dipinte quasi come fossero stazioni di una via Crucis. Sulla prima colonna sono riportate le date dell’inizio e della fine della Prima Guerra mondiale (24 maggio 1915/ 4 novembre 1918), sulla seconda il luogo e la data della nascita dei Fasci di combattimento: Milano, piazza san Sepolcro, 23 marzo 1919. Poi, al centro del salone, c’è il “Mussolini a cavallo” con su scritto “NOI TIREREMO DIRITTO”.


La narrazione continua sulla parete di destra, dove in assenza di documentazione fotografica, da un saggio effettuato recentemente è venuto alla luce un frammento del cartiglio con su scritto: XX(…) SETTEMBRE 1938. Cosa accade nel settembre del ’38? Forse l’iscrizione è riferita alle leggi razziali? O più verosimilmente all’anniversario degli accordi di Monaco? Il giallo continua alla scoperta dell’ultima colonna. Insomma, pur consapevole che quest’iconografia di Mussolini è lontana da quella di “Guidoriccio da Fogliano” e che il nostro Guglielmo Ciarlantini è distante anni luce da Simone Martini, rimane il mistero di questo ciclo pittorico che sembra narrare al popolo di Corridonia la storia del tanto vituperato ventennio fascista. Quindi possiamo tranquillamente affermare che siamo in presenza di un’opera eccezionale, concepita come una bibbia per un popolo, una sorta di racconto laico moderno che sembra voler rifarsi all’Allegoria del Buon Governo, affrescata nella Sala della Pace del Municipio di Siena dal grande Ambrogio Lorenzetti.


Naturalmente questo ciclo va scoperto e valorizzato dagli storici dell’arte e non, che vorranno cimentarsi sul significato e i simboli di quest’unicum e ai quali offriamo un ulteriore indizio. Solo ora, a distanza di tanti anni, mi sono ricordato che nella seconda metà degli anni Sessanta un amico filatelico mi sottopose la foto di una tela di discrete dimensioni, che qualcuno voleva vendere. Ebbene in quel dipinto era raffigurato un “Mussolini a cavallo”, probabilmente una copia o una prova di quello di Corridonia, forse uscito dallo studio del Ciarlantini che era da poco scomparso. Chissà che non sia ancora conservato in qualche casa della nostra Provincia? Il giallo continua verso un restauro integrale al quale dovranno contribuire con slancio enti ed istituzioni.


   

da Gabor Bonifazi
architetto






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-04-2009 alle 15:15 sul giornale del 07 aprile 2009 - 902 letture

In questo articolo si parla di attualità, macerata, gabor bonifazi, architetto

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