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Dal Bene comune a Retinopera: un percorso che parla di concretezza

3' di lettura 20/04/2009 - “Bene comune?... Gaudio Completo! “Uno slogan originale e provocatorio, come sottolinea il Vescovo Giuliodori nel saluto iniziale rivolto alle più di novanta persone presenti al Convegno svoltosi domenica 19 aprile presso l’Ostello Ricci, sul tema del Bene Comune.



Un convegno che rappresenta, per l’Azione Cattolica diocesana e la Pastorale Sociale del Lavoro, un luogo privilegiato di riflessione e di impegno sul senso della partecipazione e del cambiamento possibile

“C’è una realtà di diritti, di giustizia, di impegno, che deve ispirare il nostro agire ma deve guardare ad una solidarietà e giustizia più grande, quella dell’amore. L’amore ha il banco di prova sulla nostra vita terrena, è qui che si rivelano i segni importanti che mettono in luce come il destino di ciascuno di noi sia collegato a quello dell’altro.” Questo l’invito del vescovo in apertura del Convegno che, ricco di interventi, di spessore pedagogico e filosofico, traccia le linee teoriche e pragmatiche perché la riflessione sul bene comune sia esperienza da calare concretamente nella vita.

“Chi è mio fratello?” , un interrogativo che dalla notte dei tempi risuona ancora oggi quanto mai vero e sibillino. Ad aprire la riflessione l’intervento del prof. Roberto Mancini sul tema della responsabilità e partecipazione. “La vera norma della società è la cooperazione che si fonda sulla reciprocità: non un semplice scambio di cose, ma tessitura di relazioni che trasformano la nostra vita interiore”. Nella battuta finale lo spunto rilevante di considerare l’ultimo (l’anziano, il malato,lo straniero, il povero) la figura che rappresenta ciascuno di noi. “L’ultimo paga i costi del modello di convivenza realizzato. Se non lo riconosciamo nella nostra società, siamo sterili, non serviamo a nulla. Se non vedo l’ultimo non vedo più neppure la mia umanità”. Il bene comune deve diventare percorso educativo, politico ed economico perché questo tempo diventi un tempo di conversione, di rinascita e di cambiamento.

“Impariamo a coltivare i fiori”, illuminante l’intervento del prof. Luigi Alici sul tema educazione e cultura condivisa. Citando una metafora di Ricoeur , “La politica si riferisce a dei valori classificandoli come beni comuni ma assomigliano a dei fiori recisi da un vaso. Fiori che senza terra iniziano ad appassire”, costruisce la riflessione esplicitando un limite della nostra società: il deficit di creatività. “Oggi siamo molto bravi a conservare ma non riusciamo più ad inventare”. L’educazione è la capacità di dar vita oltre che di avere cura di qualcosa di fragile e prezioso. Abbiamo delegittimato i fiori dell’etica e dell’educazione. Ma l’appello moralistico alle regole è poco credibile se non si fa una diagnosi sulla possibilità di una cura reciproca delle future generazioni.

“Contagiosi di bene comune”. Il convegno si conclude con l’intervento del presidente dell’Azione Cattolica Federico Canullo che ribadisce l’importanza di occasioni come questa e soprattutto lancia la sfida di sostenere belle idee attraverso percorsi culturali chiari condivisi. Il senso finale del convegno è quello quindi di permettere ad ognuno di essere contagioso di bene comune. Di questo infatti oggi c’è un gran bisogno, oggi in cui siamo tutti molto rispettosi del male, ma diffidenti del bene. Non poteva allora non risuonare fortemente vera la proposta finale di far nascere un coordinamento territoriale di Retinopera. Come spiega Piergiorgio Gualtieri, Retinopera è uno strumento di condivisione che è nata dall’intelligenza di un gruppo di laici impegnati in associazioni cattoliche alla fine del 2000. Il Manifesto da cui nasce, “Prendiamo il largo”, è un chiaro invito per i cristiani ad alimentare il confronto e il dialogo con tutti gli uomini di buona volontà, riappropriandosi della dottrina sociale della chiesa. “Oggi abbiamo la possibilità di combinare insieme rispetto delle culture, delle tradizioni locali e carisma planetario e possiamo camminare su lunghe prospettive, con senso della storia e speranza di futuro.” Un compito a cui i cattolici non possono rinunciare.







Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-04-2009 alle 22:55 sul giornale del 20 aprile 2009 - 776 letture

In questo articolo si parla di politica, macerata, azione cattolica, diocesi di macerata





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