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Presentata la proposta di legge a tutela di osterie e spacci di campagna

2' di lettura 02/12/2009 - E\' stata presentata martedì in consiglio regionale, la proposta di legge “Interventi regionali per il sostegno e la promozione di osterie, locande, taverne, botteghe e spacci di campagna storici”, dal consigliere regionale Leonardo Lippi, coadiuvato dal prof.Fabrizio Lorenzotti, docente all\'università di Camerino.

L\'iniziativa è nata a seguito della presentazione del libro “L\'Osteria dei Pettorossi”, in diversi centri della provincia, in cui l\'architetto e giornalista maceratese Gabor Bonifazi ha raccolto curiosità, tratti storici ed aneddoti di quel variegato mondo che si raccoglieva intorno a questi luoghi importanti del vivere quotidiano. In occasione della presentazione della legge, il consigliere Lippi ha voluto consegnare personalmente un riconoscimento ad un artigiano locale, Alberto Grasselli di Castelraimondo.


“Lui è un simbolo di tutti coloro delle Marche silenziose, che lavorano per conservare le tradizioni locali, specie nella zona montana – ha detto Lippi – è riuscito a trasformare un\'attività stanziale innovandola, nel rispetto della tradizione e contribuisce, commercializzando prodotti del territorio a rendere effettiva la filiera corta”. Il progetto di legge in sei articoli prevede che la Regione, in collaborazione con i comuni, individui le osterie, le locande, le taverne e gli spacci di campagna ancora in attività da almeno 50 anni, che costituiscono testimonianza storica e tradizionale della vita locale. A loro sarà concesso un marchio apposito, “locale storico Marche”. Saranno poi comuni ad effettuare il censimento su base locale.


Entro il 30 giugno di ogni anno l\'elenco deve essere trasmesso alla Regione, che poi stabilirà con un regolamento criteri e quantità dei contributi, fino ad un massimo del 50 per cento delle spese ammissibili. Anche l\'Unesco valorizza con importanti iniziative il recupero del patrimonio immateriale, definito come pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale.








Questo è un articolo pubblicato il 02-12-2009 alle 10:08 sul giornale del 03 dicembre 2009 - 851 letture

In questo articolo si parla di monia orazi







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