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Capponi sull’elettrodotto Fano-Teramo: 'noi non giochiamo come Pettinari'

Franco Capponi 4' di lettura 04/03/2013 - La nostra contrarietà alla realizzazione dell’elettrodotto Fano-Teramo nel tracciato proposto da “Terna” personalmente l’ho già espressa due anni fa bloccando un iter già praticamente concluso tra Terna, Regione Marche, Provincia (centrosinistra) e Comuni.

Ricordo anche che solo 5 mesi fa la maggioranza di centrosinistra in Provincia ha votato contro la stessa proposta di blocco dell’iter autorizzativo avanzata dall’opposizione (proprio nel Consiglio del 2 ottobre 2012). Per questo non abbiamo partecipato al voto per marcare l’inesistenza di una maggioranza in Provincia e nell’inesistenza di un minimo di linearità nei comportamenti dell’armata Brancaleone che oggi siede in maggioranza.

Per non far vedere l’inesistenza e la propria incapacità alla guida della Provincia, la maggioranza dopo aver bocciato 5 mesi fa la stessa proposta presentata dal Consigliere Zura e sostenuta da tutta l’opposizione (PDL e PPE), dopo i vari incontri con i comitati (San Ginesio e San Severino) con la Provincia assente, ora in palese ritardo ne presenta una fotocopia come se fosse la propria posizione. Il solito trucco di chi ha poche idee e confuse.

Prima di tutto ricordo che nel 2009 e 2010 ed eravamo alla guida della Provincia noi contestammo l’atto sottoscritto Il 30 Giugno 2005, la Regione Marche, le Province, i Comuni e le Comunità Montane1 della Regione hanno siglato con il GRTN (ora Terna S.p.A) un importante Protocollo d’Intesa per l’applicazione della procedura VAS alla pianificazione degli interventi di sviluppo della rete elettrica ad alta tensione nella regione Marche.

In applicazione al Protocollo di Intesa è stato istituito un Tavolo tecnico di concertazione, coordinato dalla Regione e che ha coinvolto tutti gli enti locali firmatari del succitato Protocollo per la condivisione dei criteri localizzativi e, quindi, delle scelte localizzative. Il processo generale di VAS per lo sviluppo della RTN proposto da Terna prevede essenzialmente due diverse Fasi concertative, denominate Strutturale e Attuativa, mirate alla definizione di Corridoi preferenziali e di Fasce di Fattibilità ottimali di tracciato.

Nella Fase Strutturale le esigenze elettriche vengono contestualizzate rispetto al territorio e nella Fase Attuativa si ricerca l’ottimizzazione della localizzazione delle opere attraverso un allargamento della concertazione anche a Comuni e altri enti eventualmente coinvolti; in tale fase viene individuata, tra un ventaglio di alternative, la Fascia di Fattibilità di tracciato ottimale (ampia poche centinaia di metri), caratterizzato da un miglior inserimento ambientale, territoriale e sociale, nell’ambito del Corridoio precedentemente individuato.

Tali lavori, in seno alla Fase Strutturale, hanno condotto alla condivisione della metodologia VAS legata alle infrastrutture elettriche, dei criteri localizzativi denominati ERA e del Corridoio ottimale per l’opera (Delibera G.R. Marche n. 689 del 25.05.2007), e sono stati avviati i lavori tecnici coordinati dalle Province di Pesaro e Urbino (11 novembre 2008), Ancona (23 settembre 2008), Macerata (19 novembre 2008), Fermo (13 ottobre 2009) e Ascoli Piceno (2 aprile 2009), mirati alla condivisione della Fascia di Fattibilità ottimale (interna al Corridoio ottimale).

Tale fase, denominata Attuativa, prevede l’individuazione e condivisione della fascia di fattibilità ottimale dapprima tecnica e successivamente politica, attraverso la sottoscrizione di appositi protocolli d’intesa con gli enti coinvolti, i quali, oltre ad ufficializzare la condivisione plenaria della Fascia di Fattibilità ottimale, possono definire ulteriori interventi di razionalizzazione della Rete elettrica di Trasmissione Nazionale finalizzati alla risoluzione di criticità territoriali.

Gia’ nel 2010 l’amministrazione Provinciale a guida Capponi, senza il sostegno del centrosinistra locale e regionale aveva negato la condivisione, per quanto riguarda la Provincia di Macerata, rimarcando l’assenza di soluzioni progettuali plurime per individuare il minor impatto come richiesto dalla Vas, né la quantificazioni di gravissimi danni all’economia delle zone interessate che non potevano ricomprendersi nella semplice indennità di esproprio delle aree private ma anche in un gravissimo danno d’immagine per il turismo, per il paesaggio, per le produzioni agroalimentari di qualità interessate (DOCG Vernaccia di Serrapetrona) e delle aree dentro e viciniore al Parco dei Monti Sibilllini.

L’iter venne sospeso ed i comuni chiesero già nel 2010, come rimarcato poi dalla Comunità Montana dei Monti azzurri anche attraverso uno studio di UniCam e pochi mesi fa dallo stesso Consiglio Regionale, a “Terna”, una revisione complessiva del progetto in base ai principi di concertazione e condivisione con le Istituzioni e le Associazioni del territorio, sostenendo peraltro la necessità che, qualora l’opera fosse ritenuta indispensabile, di evitare, per quanto possibile, l’attraversamento aereo della provincia, ricercando soluzioni a basso impatto ambientale e con minor rischi possibili per la salute.

Inoltre, si invitava alla verifica e all’ aggiornamento dei dati del fabbisogno energetico regionale e possibili, nuove soluzioni tecniche e a “sospendere le procedure avviate per individuare un nuovo e condiviso tracciato, che sia frutto di concertazione con tutto il territorio” e a “concertare le misure compensative in modo trasparente. Ecco giustificata la nostra assenza al momento del voto, mentre ricordo che abbiamo partecipato alla discussione mettendo in risalto la scarsa memoria e la volatilità della maggioranza.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-03-2013 alle 16:29 sul giornale del 05 marzo 2013 - 644 letture

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