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Il Rigoletto infiamma lo Sferisterio

3' di lettura 05/08/2015 - Proseguono allo Sferisterio le rappresentazioni di Rigoletto del regista Federico Grazzini (è proprio con quest'opera che il direttore artistico Francesco Micheli ha scelto di inaugurare la 51esima stagione lirica) e non si mitiga la curiosità del pubblico che alla seconda replica continua a riempire il grande anfiteatro.

Federico Grazzini, come oramai sempre più spesso accade, si discosta dalla tradizione e ci offre un Rigoletto in chiave moderna; siamo in un Luna Park dismesso, circondati da tendoni a righe bianche e rosse, insegne luminose malfunzionanti, un vecchio botteghino su cui lampeggia la scritta "tickets" e una sclacinata roulotte che funge da casa di Gilda.

L'atmosfera generale di abbandono generata dall'ambientazione decadente è resa funesta dall'elemento scenico che più di ogni altra cosa caratterizza questo Rigoletto: l'enorme installazione posta al centro del palcoscenico, un imponente e grottesco mascherone a fauci spalancate che sembra la porta di ingresso di un tunnel degli orrori; la soglia da cui gli attori escono come "vomitati" sul palco e nella storia, in un crescendo di fatti drammatici, dallo scherno alle violenze sessuali, fino al rapimento ed omicidio.
In linea con l'ambientazione "parco divertimenti", scopriamo fin da subito che il protagonista, il giullare di corte Rigoletto, veste i panni di un clown malconcio, il Duca di Mantova è il capo di una banda di corrotti malavitosi (i cortigiani) e anche Maddalena, Sparafucile e le attrici nel ruolo di prostitute contribuiscono ad accentuare il genere "pulp" voluto dal regista Grazzini: «Ci siamo ispirati al mondo della malavita, ma soprattutto ai super cattivi dei film di Tarantino perché c’è una forte violenza che regola i rapporti tra i personaggi. È un mondo dalle tinte fosche fatto di depravazioni, noia e brutalità»
Le vicende di Rigoletto -già da libretto- ruotano attorno alla finzione e ai travestimenti (Rigoletto che è padre della sventurata Gilda ma veste il ruolo di giullare di corte, Il Duca che si presenta come uno studente innamorato a Gilda, la stessa Gilda che sceglie di vestire gli abiti di mendicante per salvare l'amato Duca...) per questo motivo la trasposizione moderna, seppur calzante, sembra forse un po' ridondante ed obbliga il pubblico a fare un doppio sforzo per risalire alla narrazione originale. Gilda vive in una vecchia roulotte, il Duca e i selvaggi cortigiani vanno e vengono da un Palazzo Ducale solo immaginato; nell'ottica di una visione in chiave moderna la scelta forse più coraggiosa, ma anche la più riuscita, è quella di collocare la dimora di Sparafucile in un furgone ambulante, un chiosco per la vendita di panini e bibite, il luogo dove si compie il delitto e Gilda viene pugnalata dal sicario in una sorta di rivisitazione Psyco.
Sparafucile, il baritono Gianluca Buratto, colpisce per la voce potente e termina la messa in scena applauditissimo; allo stesso modo Gilda, impersonata da Jessica Nuccio, conquista il pubblico per la vocalità limpida, molto apprezzata in "Caro Nome", la romanza affidata al suo personaggio alla fine del primo atto.
Rigoletto è il baritono Vladimir Stoyanov, Celso Albelo riveste il ruolo del Duca di Mantova, Nino Surguladze è Maddalena, ancora sul palco Leonora Sofia (Giovanna) , Mauro Corna (Monterone), Alessandro Battiato (Marullo) e Giacomo Medici (l Conte di Ceprano).
Alla direzione dell'Orchestra filarmonica Marchigiana il Direttore Francesco Lanzillotta.

E' possibile assistere all'ultima replica di Rigoletto Domenica 9 Agosto.


   

da Elena Sagrati







Questo è un articolo pubblicato il 05-08-2015 alle 12:14 sul giornale del 06 agosto 2015 - 891 letture

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