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Lezione speciale di Marcorè, Sanfilippo e Davoli: Arte, musica e amicizia incantano il pubblico dell’Università

2' di lettura 30/09/2015 - Non sono bastate tre aule per contenere tutte le persone accorse mercoledi pomeriggio all’Università di Macerata per assistere a una lezione speciale, quella di tre artisti e amici: l’attore Neri Marcorè, il cantautore milanese Claudio Sanfilippo, che ha scritto canzoni anche per Finardi e Mina, e il poeta fermano ma maceratese d’adozione Filippo Davoli.

Mercoledì pomeriggio in Aula Magna i tre hanno presentato l’album “Avevamo un appuntamento”. Con loro si è voluto inaugurare l’inizio delle lezioni del corso di laurea in Teorie, culture e tecniche per il servizio sociale.

“L’Università non è fatta solo di studio”. Così il rettore Luigi Lacchè ha introdotto l’incontro, aperto anche dai saluti del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Ermanno Calzolaio e del presidente del corso di laurea Giuseppe Rivetti, che ha intervistato i tre ospiti sulla genesi dell’opera e della loro amicizia.

“Stiamo bene insieme e ci divertiamo a fare le cose insieme. Questo disco nasce dalla voglia di fare qualcosa di bello”, ha commentato Davoli. A sorpresa all’ultimo momento si è seduto al tavolo anche Edoardo De Angelis, uno dei più noti cantautori italiani, amico di Musicultura, che, nel corso della sua lunga carriera, ha collaborato con molti tra i più grandi nomi della canzone d'autore italiana. “Ritrovo qui con piacere Sanfilippo dopo 25 anni”, ha detto.

Il clima di grande complicità tra i quattro era tangibile. Tra scherzi e battute, riflessioni sull’arte e sui giovani artisti, è volata via velocemente un’ora e mezzo. A Marcorè è stato chiesto un saluto agli studenti dell’Ateneo, accorsi in gran numero per vedere dal vivo l’attore. “Ogni volta che mi si chiede di lasciare un messaggio sono in grande imbarazzo – ha esordito –perché è difficile dare consigli. Certo – ha scherzato – studiate, come suggerisce Filippo Davoli. Ma voglio dirvi che le lezioni migliori nella vita vengono dagli sbagli. E poi dovete saper riconoscere le persone, sappiate a chi affidarvi, cercate di capire quali sono i maestri buoni, perché ce ne sono tanti”. Marcorè ha, quindi, aggiunto una riflessione scaturita dalle differenze generazionali.

“Io sono del ’66. Noi siamo nati analogici e siamo diventati digitali. Per noi non c’era questa miriade di informazioni e un mondo tanto grande da scoprire contemporaneamente. Partivamo dal nostro orticello e ci occupavamo progressivamente di territori sempre più ampi. Abbracciare tutto contemporaneamente non è possibile. Questo presuppone per voi maggior disciplina, maggior rigore per seguire un'unica strada, senza disperdervi fra tante cose, perché c’è tempo per tutto”. La festa è poi continuato sotto il loggiato del Comune al bar centrale, con le canzoni di Sanfilippo che dialogavano con le poesie di Davoli lette da Marcorè.


   

da Università degli Studi di Macerata
www.unimc.it







Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-09-2015 alle 17:27 sul giornale del 01 ottobre 2015 - 877 letture

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